Rivista 900
Rivista 900

900 per una storia del tempo presente

“Il progetto da cui nasce “900” prende forma tra il 1998 e il 1999 all’interno di un gruppo di giovani studiosi non accademici che allora operano in seno all’Istituto storico di Modena. Nel corso degli anni Novanta, l’Istituto – uno dei primi a nascere ed aderire alla rete degli istituti storici della resistenza nel 1950 – è tra i pochi a procedere ad un significativo ricambio generazionale e ad un rinnovamento degli indirizzi di ricerca ed attività. Anche per questo diviene un punto di riferimento per giovani studiosi che non trovano spazio nell’università e che interpretano il loro ruolo di ricercatori oltre gli steccati disciplinari e professionali, con l’obiettivo di saldare il rigore dell’indagine storica alla riflessione civile sul passato recente.

“900” si innesta dunque nel solco della “Rassegna di storia contemporanea” (dizione che inizialmente mantiene nel sottotitolo), la rivista edita dall’Istituto, rinnovandola però profondamente. L’attenzione prioritaria per il territorio modenese della “Rassegna” viene meno, consegnata alle numerose pubblicazioni promosse e sostenute dall’Istituto. Il nuovo gruppo redazionale si propone una riflessione a tutto campo su temi e problemi della storia dell’età contemporanea, nell’intenzione di cogliere e discutere le questioni e i processi di mutamento che definiscono il presente. Il primo numero è così dedicato allo sforzo di storicizzare il biennio 1968-69, il secondo a scavare la definizione del 900 come ‘secolo americano’, il terzo a proporre una riflessione sulla storia tedesca e la memoria del nazismo, il quarto ai meccanismi di invenzione della tradizione in America latina, il quinto alle guerre del Novecento, il sesto al ‘secolo sovietico’. Un decisivo mutamento d’orizzonte dei temi trattati, cui corrisponde un nuovo impianto editoriale della rivista, che ora, accanto alla dimensione saggistica, sviluppa una serie di rubriche che hanno per obiettivo quello di offrire materiali e riflessioni sugli usi pubblici e sull’industria della storia, sui luoghi di produzione e riproduzione del sapere storico e del senso comune sul passato. Ampio spazio è infatti dedicato al cinema, alla letteratura, alla dimensione iconografica, al teatro, alla stampa periodica, alla discussione libraria.

Tra il 2002 e il 2003 si ha un momento di parziale ricambio del gruppo redazionale, che corrisponde ad un rilancio e rafforzamento del progetto originario. Muta il sottotitolo, che dal numero 8-9 diviene “Per una storia del tempo presente”, a marcare ancor di più il forte intreccio tra passato e presente nelle ragioni culturali e storiografiche che ispirano il lavoro della rivista. I fascicoli affrontano i temi della mobilità migratoria (8-9), delle memorie e identità conflittuali nell’Europa contemporanea (10), delle condizioni del “fare storia” (11). Tra il 2005 e il 2006 si progetta poi un impegnativo trittico sulle faglie storiche del secondo Novecento (il Quarantacinque, l’Ottantanove) e sui processi di transizione alla democrazia. A dimostrare che dietro l’attività editoriale di “900” si colloca un progetto di lettura critica e riflessione storiografica sull’età contemporanea, che prende forma concreta nelle pagine di numeri monografici costruiti attentamente grazie ad una fitta discussione redazionale e alla scelta di commissionare contributi ad hoc agli autori interpellati, e non già di dare vita ad una “rivista-contenitore”.

Con il voluminoso numero 14-15 del 2006 (apparso in realtà l’anno successivo) si apre una discussione interna alla redazione che conduce nel 2008 alla decisione di rivedere la struttura della rivista, pur mantenendone l’ispirazione originaria. Si contrae sensibilmente lo spazio delle rubriche, ora in parte consegnate al sito web, e si accentua la vocazione monografica, riducendo il numero di pagine, contestualmente cambiando il formato pagina. L’intenzione è quella di offrire in ogni fascicolo un percorso a più voci e da diverse prospettive intorno al tema prescelto, garantendo un adeguato approfondimento analitico. “900” si avvia verso un modello di rivista-libro, in considerazione anche delle crescenti difficoltà all’accesso e alla visibilità in libreria. Questa svolta matura in continuità con gli orientamenti culturali che ispirano il gruppo redazionale, ma in parziale rottura con il disegno editoriale elaborato a fine anni Novanta. Ciò anche in relazione al cambiamento di editore (si chiude con il fascicolo 14-15 il rapporto con Carocci e quindi la prima serie della rivista, si apre con il primo fascicolo del 2009 la seconda serie, in collaborazione con l’ancora del mediterraneo di Napoli) e al parziale ricambio tra i redattori. Intorno a parte del gruppo originario, nell’arco di un decennio sono subentrati nuovi collaboratori, confermando la natura peculiare del gruppo che “fa 900”: l’essere cioè composto non solo da storici dell’età contemporanea, ma da studiosi di altre aree disciplinari e di altre epoche, da figure professionali “altre” rispetto agli storici, da giovani studiosi non ancora inseriti nei ranghi accademici. Con ciò mantenendo una caratteristica originaria del gruppo redazionale, la sua coesione intorno al progetto storiografico e culturale di “900” piuttosto che all’omogeneità professionale, anzi valorizzando al massimo grado possibile lo scambio tra esperienze e pratiche affatto differenti.

Dal 1999 ad oggi, “900” ha proseguito nel proprio percorso attraverso l’indagine dei legami tra questioni del presente e problemi storici; la riflessione sulle categorie di lettura e i concetti di ordinamento della storia; la valorizzazione delle specificità del metodo storico, del senso del tempo, della storicità e della temporalità; la risposta in forma genealogica agli interrogativi sollevati dai fatti ed eventi del presente, nonché dai processi di trasformazione in corso, calati in una contemporaneità lunga, senza rigidi confini cronologici. Per contribuire all’individuazione e alla messa a fuoco di nodi e problemi di interpretazione della contemporaneità. Per fare storia del tempo presente.”

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