Comunicare una strage nazi-fascista nell’era della post verità coniugando memoria, rigore storico ed efficacia espressiva è la base di partenza del progetto www.mausoleofosseardeatine.it promosso nel 2017 nel quadro delle iniziative della Regione Lazio per avvicinare i cittadini alla storia del territorio anche attraverso il digitale, come descrive il curatore del progetto, Augusto Cherchi, storico di formazione, fondatore e amministratore dal 2000 di Alicubi srl, agenzia editoriale e di gestione documentale e vicepresidente dell’ANAI, l’Associazione nazionale archivistica italiana:
“Fino al 23 marzo dello scorso anno, le Fosse Ardeatine, il racconto di una delle più feroci rappresaglie avvenute in una grande città europea per mano dalle truppe d’occupazione tedesche, con l’intensità del vissuto che rappresenta per la storia di Roma e del Lazio e più in generale per l’identità italiana, non aveva una rappresentazione web. La realizzazione ha preso forma a partire da ANFIM Associazione nazionale famiglie italiane martiri. Da subito però la sfida che si è voluta cogliere è stata quella di trasformare un sito web in un esperimento di public history.”
La struttura e i materiali del sito sono stati pensati nell’ottica di un percorso storico e narrativo che partendo dal materiale d’archivio traccia le origini del luogo stesso, attraverso i progetti presentati al concorso, mappa i luoghi e allo stesso tempo censisce e offre le principali fonti di informazione bibliografica per approfondimenti e le diverse forme di memoria, dalla letteratura al cinema.
Al centro del sito e dell’intero progetto sono le aree I Fatti : il Mausoleo è situato presso le cave in cui il 24 marzo 1944 si compì l’eccidio di 335 uomini per rappresaglia contro l’attacco di via Rasella e Le Vittime : le storie personali dei 335 martiri delle Ardeatine raccontate attraverso i materiali custoditi presso archivi privati e istituzionali, per dare un contesto storico in una narrazione ampia e documentata con particolare attenzione al restituire volti e memoria alle vittime, dall’età all’occupazione lavorativa.
La scelta di un testo essenziale, i documenti, fonti iconografiche, audio e video studiati e raccolti partendo dall’archivio ANFIM e allargando la ricerca a istituzioni, enti e privati; il racconto lasciato ai documenti sono l’espressione di quanto caratterizza il progetto: la creazione di un’esperienza di fruizione immersiva poggiata sull’uso esperto dei documenti.
L’intento del progetto digitale è anche quello di instaurare con il pubblico un rapporto che superi la semplice ricezione passiva e attivi una dimensione partecipativa verso la scoperta di percorsi autonomi di ricerca, suggeriti dai documenti fino a condividere le proprie fonti per arricchire e approfondire il racconto storico della strage.
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