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The Virtual Museum of Iraq

Il progetto “Museo Virtuale dell’Iraq” nasce da un protocollo di intesa stipulato nel dicembre 2005 tra il Ministero degli Affari Esteri e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il piano di lavoro, apprezzato dall’autorità irachena fin dalla prima stesura, costituisce una tra le più importanti iniziative di carattere culturale e diplomatico volte alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico di quel Paese.

Il Museo Virtuale non si sovrappone a quello reale, ma si presenta come una selezione delle opere più significative del territorio iracheno e della sua civiltà, comprensiva anche dei manufatti custoditi nei musei di tutto il mondo.
Il visitatore ha così uno strumento in più per apprezzare i reperti millenari e comprendere le fasi storiche delle civiltà sorte tra il Tigri e l’Eufrate. La ricostruzione 3D offre un approccio e un apprendimento interattivo, sonoro, visivo alle opere. Tale risultato, frutto della tecnologia informatica più avanzata, si deve al lavoro di ricerca di un team di studiosi coordinato dal prof. Roberto de Mattei, vicepresidente del Cnr, coadiuvato da Massimo Cultraro ricercatore dell’Istituto per lo studio dei beni archeologici e monumentali (Ibam) dell’Ente e responsabile scientifico del progetto.
Il Ministero degli Affari Esteri, attraverso la Task Force Iraq che ha operato inizialmente presso la Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, ha promosso e finanziato l’intero progetto, per un ammontare di circa tre milioni di euro, nel quadro di una missione che ha visto l’Italia operare in prima linea per la stabilizzazione e la ricostruzione dell’Iraq. Tale impegno a favore del patrimonio culturale del paese troverà completamento in un ambizioso progetto che il Ministero degli Esteri, grazie alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, si appresta a intraprendere in collaborazione del Ministero dei Beni Culturali. E’ in particolare prevista la completa riabilitazione delle strutture del Museo Nazionale dell’Iraq, la conservazione del patrimonio e la gestione del sistema museale fornendo le tecnologie e tecniche più avanzate tra cui  un sistema GIS(sistema informativo territoriale per il coordinamento delle banche dati).

Collegandosi al sito internet: http://www.virtualmuseumiraq.cnr.it/noflash.htm, l’appassionato di archeologia si troverà di fronte ad ‘accessi’ in italiano, inglese e arabo; ad accoglierlo è il volto enigmatico della Dama di Uruk, capolavoro della civiltà sumerica, che affiora come un emblema nella home page.
Otto sono le sale da ammirare, ciascuna corrisponde ad una fase storica: preistoria, periodo sumerico, accadico – neosumerico, assiro, babilonese, achemenide e seleucide. Ogni ambiente si presenta con un allestimento diverso ed ospita manufatti con tre livelli di approfondimento: una ‘scheda’ illustra la provenienza, il materiale, le dimensioni, la cronologia, il luogo di conservazione, ed è corredata da un testo descrittivo scientifico; la voce ‘explora’ consente di ammirare la ricostruzione 3D dell’oggetto realizzata fedelmente grazie a tecnologie scanner laser di acquisizione tridimensionale; infine, alcuni reperti sono spiegati da un filmato di ¾ minuti racconta una vicenda storica, un ritrovamento o una tecnica artigianale antica.
Passando da una stanza all’altra, accompagnato dalla musica, il visitatore passa in rassegna opere di capitale importanza: dal Vaso di alabastro di Tell Es Sawwan (6200-5700 a.C.), all’Elmo in lamina d’oro di Meskalamdug (2450 a.C.), re della città di Ur; dal Pannello invetriato di Nimrud (IX secolo a.C.) alla Lastra raffigurante i sudditi assiri (VIII sec. a. C) ai preziosi avori di quell’epoca; dal babilonese Leone di Tell Harmall (XIX- XVIII sec. a.C.) alla stele di Dario I conservata a Berlino, per arrivare a una delle opere islamiche più importanti conservate nel museo, il Mihrab marmoreo di Al Khasiki.”

(Fonte: Ministero degli Affari Esteri, 9 Giugno 2009)

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